Day 9 – Tutto intasato
8 ottobre 14:59
Riflessione su Manu, il bimbo di 5 anni figlio di Pier, maestro della scuola.
Viene al centro col papà tutti i giorni, gioca coi Talibè e ci sta sempre intorno quando dipingiamo o facciamo altri lavoretti.
Si vede la differenza con gli altri bambini perché i suoi vestiti non hanno buchi né strappi, in più sono persino puliti. Non ha ferite né cicatrici… insomma, è un bimbo che vive bene, sempre col sorriso sulle labbra e un’enorme voglia di giocare.
L’unica cosa che non riesco ad interpretare e mi lascia totalmente perplessa è un comportamento che assume regolarmente, ogni volta che mi trova seduta da qualche parte.
Si siede accanto a me, mi alza un po’ la t-shirt o la canotta, poi alza la sua e mette la sua schiena a contatto con la mia, o fianco contro fianco, in modo che comunque le nostre pelli si tocchino.
Non posso chiedergli perché lo faccia perché né io né lui sappiamo il francese e, comunque, probabilmente non glielo chiederei a prescindere.
La cosa non mi infastidisce, mi lascia soltanto un po’ stranita… e mi fa credere che comunque di affetto ne riceva proprio poco.

Insieme a Manu
Non scende più
Niente, la merda non va giù.
Ed è stata sicuramente colpa nostra perché la carta igienica non andrebbe usata, infatti per pulirsi c’è il doccino di fianco al water (doccino che nessuno di noi sta usando).
Le tubature non sono adatte a smaltire la carta, ma noi non siamo riusciti a farne a meno e ad oggi, giorno 9 della nostra presenza, le nostre merde hanno raggiunto il limite e sono tornate su a salutarci.
In realtà il problema si è verificato molto prima del giorno 9, infatti sta ristagnando nel cesso da circa 3 giorni, quindi Laura è stata costretta a chiamare l’idraulico, un pover uomo che non invidio per niente.
Vedremo al nostro ritorno sta sera come si è conclusa la sua puzzolente avventura.
Oggi è sabato e siamo ad Accro Baobab, un parco con percorsi di albering costruito sui baobab, l’unico al mondo per la precisione.

AccroBaobab
Per arrivare qui abbiamo approfittato di Dauda, un amico di Laura che, casualmente, doveva venire in questa direzione. Ci avremo messo almeno mezz’ora di macchina.
Il problema sarà tornare indietro. Siamo nell’entroterra e ciò rende tutto più difficile.
Sia Pape che Dauda hanno detto che è molto complicato trovare un passaggio da qua fino a Toubab Dialaw. Per fortuna Dauda ci ha accompagnato fin dentro al parco e ha parlato coi gestori, i quali hanno assicurato che faranno arrivare una macchina per portarci a casa.
Chi vivrà vedrà.
Muoversi da queste parti senza una 4 ruote non è facile, dato il trasporto pubblico (per quanto esistente) totalmente casuale e disorganizzato. E anche avere un’auto non migliorerebbe di tanto la situazione, dato che i bianchi ricevono trattamenti speciali quali multe extra per contravvenzioni improvvisate.
Ci è stato raccontato di un ragazzo europeo multato perché teneva la valigia sul sedile anziché nel baule. In definitiva tutto dipende dall’umore della polizia.
Semplicemente immangiabili
Al momento siamo tutti spiaggiati sotto un grande gazebo in legno, circondati dal verde e suoni di uccellini e insetti di ogni genere. Mi piace, infonde un incredibile senso di pace.
Io sono comodamente sdraiata su un’amaca, Gianluca si è addormentato su dei materassi disposti a mo’ di divanetti, mentre Marco e Filippo stanno giocando a una dama gigante.

Jess sull’amaca
Pranzo assai deludente: crêpes al prosciutto e formaggio, la cui crêpes non sapeva di crêpes, il prosciutto non sapeva di prosciutto e il formaggio.. faceva sboccare solo dall’odore. Inutile dire che la mia non l’ho mangiata.
Per la prima volta il mio spirito di adattamento è venuto meno. Non ce n’è, difronte alla puzza di formaggio non c’è adattamento che tenga.
Soluzione: un Magnum bianco. Molto occidentale, molto turistico, ma per lo meno mangiabile.
8 ottobre 23:33
Stato di adattamento: quasi completato.
- caldo 10
- insetti 10
- topi 10
- merda 8
- zanzare 7
- cibo 10
Crêpes a parte.