Awakenings Festival Eindhoven
I risvegli. E’ così che hanno deciso di chiamarlo.
Forse intendevano i risvegli dei grandi dj, i cosiddetti giganti. O magari i risvegli dei sensi, elettrizzati dalla musica e shakerati dalle casse.
O perché no, i risvegli traumatici e nauseati del giorno dopo.
Probabilmente un mix di tutte le opzioni.
Insomma, i dati reperibili sull’etimologia del festival sono alquanto scarsi, oserei dire inesistenti, ma posso darvi molte altre informazioni su quello che considero uno dei migliori techno party d’Europa.
Partirei innanzitutto dal fatto che non sono l’unica a pensarla così:
- “Awakenings è uno dei marchi più noti di musica techno” (ResidentAdvisor)
- “L’highlight del calendario della musica techno in Europa” (MusicDestination)
- “Il momento più importante della scena techno olandese, se non di tutta Europa!” (TripAdvisor)
Qualcuno si è persino prodigato per creare una playlist dedicata su Spotify, ottima per farsi un’idea del genere musicale.
Ma veniamo al dunque: cos’è l’Awakenings Festival?
Awakenings – Che cos’è
Tenutosi per la prima volta nel 1997, Awakenings è un festival olandese di musica dance elettronica 🎶 (principalmente techno) di uno, due o tre giorni e si svolge più volte all’anno.
Ci furono due edizioni nell’anno d’esordio, passate subito a 6 nel ’98, incrementando ogni volta il numero di artisti partecipanti.
Tra gli afictionados troviamo maestri del calibro di Sven Vath, Marco Carola, Richie Hawtin, Adam Beyer, Chris Liebing, per nominarne alcuni.
Ed è proprio grazie all’assidua presenza di mostri come loro che l’evento è subito volato in cima alla classifica della scena techno europea.
Nell’arco del 2018 gli Awakenings organizzati tra Amsterdam ed Eindhoven (Olanda) sono stati 8, spalmati su un totale di 22 giorni, fino a raggiungere l’apoteosi delle collaborazioni a Düsseldorf (Germania): “Awakenings & Time Warp Connect”, la partnership musicale del secolo.
Provate a indovinare quanti biglietti sono stati venduti per suddetti eventi…
< GIF per aumentare la suspense >
…
TUTTI. Ogni singolo evento organizzato è stato SOLD OUT TOTALE!
E l’Awakenings Eindhoven 2019, che ci ha fatto ballare dalle 22:00 del 2 febbraio alle 7:00 del giorno seguente, non è stato da meno.
I biglietti 🎫 per questo genere di festival, sapevatelo, vanno comprati mesi in anticipo.
Così in anticipo che mi ero persino scordata di averne uno, risalendo l’acquisto a 3 mesi e mezzo prima del grande party.
Scelta rivelatasi estremamente saggia, perché da lì a poche settimane, di biglietti non se ne vide più neanche l’ombra.
Ma come dice anche il sito ufficiale “don’t worry, we’ve got you covered“ = non preoccuparti, ti abbiamo coperto (le spalle)
Come ho già detto gli Awakenings organizzati ogni anno sono svariati, se ne trovate uno sold out non c’è quindi bisogno di disperare: basterà infatti optare per uno degli eventi ancora disponibili, come ad esempio quello di Pasqua o l’edizione estiva, entrambi ad Amsterdam.
Awakenings – Come sopravvivere
Detto ciò, passiamo a quello che fa la vera differenza in un evento di tale portata: l’approccio.
Ormai avete capito quali emozioni possa regalare l’Awakenings al suo pubblico, ma c’è modo e modo di gestire la cosa.
Per le trasferte internazionali come questa c’è chi prenota un alloggio per una o due notti; chi chiede asilo ad un conoscente che vive nei pressi della location; e poi ci siamo noi, io e i miei 4 fedeli compari.
Noi che NON ce la prendiamo comoda, perché non abbiamo né il tempo né la grana per una gita fuori porta.
Noi che vogliamo saltare sotto la console di Amelie Lens, non visitare il museo della Philips.
Noi che abbiamo preso l’aereo del sabato per raggiungere Eindhoven e quello della domenica per tornare a Bologna, perché non vogliamo fare altro che ballare!
Il tutto molto affascinante da raccontare, ma assai duro da affrontare, almeno per chi ha sorpassato i 25 anni.
Perché si sa, passata la metà dei 20 è un fiume in piena di op-là, copertine di pile e Momendol. E stare svegli per circa 30 ore, composte da 10 ore di ballo, svariati cocktail e due aerei, non è affatto propedeutico alla salute fisica – tanto meno mentale – dell’individuo.
MA NOI, coraggiosi e spavaldi seguaci dei techno dj, L’ABBIAMO FATTO.
Awakenings Eindhoven – La trasferta
· Fase 1 – La preparazione
La domanda più importante da porsi prima dell’impresa è: “Cosa mi porto dietro?”
Iniziamo dallo zaino 🎒, che non avendo acquistato il bagaglio a mano, non deve eccedere [40 cm x 20 cm x 25 cm].
Con cosa lo riempiamo?
Dopo aver eliminato panino alla mortadella e bandiera dell’Italia la mia “lista della spesa” è diventata perfetta.
Non mi soffermerò sulle voci ovvie, ma mi rendo conto che alcune necessitano delucidazioni.
Ad esempio, perché portarsi dietro salviette intime e collirio?
Semplice: ritornati in aeroporto vi accorgerete di essere via da casa da ormai un giorno, ed alleviare il sudore di qual si voglia parte del corpo con una salvietta rinfrescante, seguito da un cambio tattico di mutande e t-shirt, sarà la sensazione più bella del weekend.
L’utilità del collirio diverrà invece ovvia allo scoccare della trentesima ora con gli occhi aperti, evitando l’imbarazzante caduta di un bulbo oculare sui piedi della hostess.
È inoltre importante dire che anche lavarsi i denti sarà estremamente bello (N.B. munitevi di dentifricio da viaggio che non superi i 100ml).
Carta d’identità o passaporto servono per il volo e i restanti punti mi sembrano più che ovvi.
· Fase 2 – Come vestirsi
La seconda domanda importante è: “Come mi vesto?”, che non è un programma di Real Time, ma una scelta cruciale che impatterà al 65% sulla buon riuscita dell’avventura.
La risposta che ha dato il mio fidanzato quando mi ha vista è stata “da zingana” (dal ferrarese “zingara”), la risposta che mi sono data io è: CO-MO-DA (poi mi sono guardata allo specchio e ho capito che effettivamente il confine tra le due cose può essere sottile).
Ma poi mi sono ricordata che andare a un festival di musica techno equivale a gridare al mondo “io sono questa, e questi sono i miei leggings fantasia, amatemi o giratevi dall’altra parte”.
Quindi consiglio il seguente equipaggiamento:
- 👖 Pantaloni ULTRA COMODI: come già detto io, femmena, ho optato per i leggings
- 👟 Scarpe IPER COMODE: consiglio sneakers e non stivaletti, anfibi, tacchi, zeppe o trampoli
- 🎽 Sopra a CIPOLLA: top, canotta, maglina, maglietta, felpina, felpona, fate un po’ come vi pare tenendo a mente che l’inverno olandese non è dei più miti ma la pista da ballo fa invidia ai tropici
Il bello degli olandesi è che i festival sanno organizzarli bene. Si può infatti noleggiare un pratico armadietto all’entrata (piccolo 8€, medio 10€) in cui infilare i dodici strati di cipolla preventivamente indossati.
· Fase 3 – L’andata
Pranzo preparatorio al McDonald’s, perché non c’è nulla che tempri lo stomaco e la mente come un Big Mac 🍔 e una coca media 🥤.
Partenza 🛫 da Bologna alle 15:55 con arrivo previsto alle 17:40 e ritorno da Eindhoven alle 12:20 🛬.
Non serve consultare un abaco per capire che il suolo olandese resterà sotto i nostri piedi per meno di 19 ore, il che senza pernotto non è affatto male. Contando che di queste 19 ore, 9 sono di festa 🎉, non solo non è male, ma è da eroi.
Tutto fila liscio. Parcheggio prenotato, fila inesistente ai controlli, bottiglietta d’acqua dimenticata nello zaino come al solito, un’oretta di attesa e partenza in orario.
1 ora e 40 sopra le nuvole da dedicare al buon Paul Kalkbrenner 🎧 – da sempre fedele compagno di voli – e siamo a cavallo.
Secondo le previsioni a Eindhoven sta nevicando, ma io sono pronta: ho anche i calzini di ricambio 💪.
Programma – di cui nessun altro si è curato perché c’è una donna a bordo (io):
- Autobus 400 o 401 verso il centro
- Pink Coffeeshop di benvenuto in Olanda
- Cena @ Ribs Factory 🍴- diciamocelo, costolette e salsa barbeque vincono sul cibo olandese a mani basse
- Pre drink @ Minibar 🍹
- Awakenings @ Klokgebouw 22:00-7:30
- Autobus 400 o 401 verso l’aeroporto
Il tutto col 69% di batteria. SI VOLA ✈
· Fase 4 – Il pre-festival
Atterriamo in orario (di neve nemmeno l’ombra 🤔) e tutto prosegue per il meglio.
Un quarto d’ora di autobus per raggiungere il centro della città (con Wi-Fi a bordo e porte USB per caricare il cellulare – quasi come in Italia 😂); pitstop per breve merenda fuori programma al McDonald’s (al nostro gruppo piace mangiare sano); un te caldo alla menta nella nebbia cannabinoide del coffeeshop più famoso di Eindhoven; un’abbuffata di costolette e un paio di Moscow Mule di riscaldamento.
A questo punto non manca che decidere quali dj ci interessa ascoltare nelle tre aree del Klokgebouw, la vecchia fabbrica dismessa della Philips in cui vengono organizzati i migliori eventi di Eindhoven.
Il nostro quintetto base è formato da:
- Amelie Lens
- Laurent Garnier
- Ben Klock
- Adam Beyer
- Dax J
Consultando la timetable constatiamo di dover concentrare le nostre energie tra la sala X e la sala W e decidiamo che mezzanotte è l’orario più adatto per entrare – prima è da sfigati e dopo rischiamo di perdere l’attacco di Amelie, un rischio che, arrivati fin qui, non possiamo proprio correre.
Oltre al fatto che, da regolamento del festival, dopo le 2:00 l’entrata non è più ammessa.

Token
Taxi dal centro e a mezzanotte in pacca siamo dentro. Biglietti scannerizzati, controlli passati, armadietti riempiti, gadget acquistati (vuoi non spendere 50€ tra braccialetti e magliette ufficiali?!), tokens per i cocktail comprati e ci siamo.
Tornando brevemente all’ottima organizzazione olandese, è giusto dedicare un paio di righe anche all’area ristoro.
Tra la “sala da ballo” e le muraglie di armadietti prima citati c’erano infatti alcuni stand gastronomici e svariati tavoli dove prendersi una pausa (e un hamburger) dai missili che volavano sotto cassa: la versione meglio coordinata, ma forse meno gustosa, dei nostri amati piadinari romagnoli.
· Fase 5 – Si balla
Ma a noi poco importa di panini e tavolini, e in men che non si dica siamo in pista.
Appena in tempo per sentire il martello pneumatico della dj belga più in voga del momento, con giochi pirotecnici annessi!
Amelie Lens
Ed è così che ha inizio una cavalcata lunga quasi 40,000 passi, fatta di effetti visivi e sonori da far sbarellare il cervello e tanta, tanta, tanta musica.
Un’esplosione di bassi da far tremare l’intero stabile, bombe a mano lanciate dai dj più bravi del mondo e noi che marciamo col sorriso stampato in faccia.
Il paradiso.
Il risveglio!
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Amelie Lens
Dopo un set come quello di Amelie Lens, che ci ha disintegrato le gambe lanciando molotov no stop dall’una alle 3, ce ne saremmo potuti andare tutti.
Quando un artista butta giù il palco come fa lei è difficile dosare l’energia per sopravvivere tutte le 7 ore a disposizione.
Ma poi finisce lei e attacca Ben Klock, cambi sala e sei travolto da Laurent Garnier, così accetti la realtà delle cose e sai che dovrai dare tutto, anche quello che non hai, perché l’Awakenings non scende mai.
Ben Klock
Quelli dietro alla console sono alieni e ti faranno scalciare fino al mattino, con o senza la spina dorsale intatta.
Alle 6:00 non ne ha più nessuno. Gambe andate, schiena sciolta, piedi fritti, ma con Adam Beyer da una parte e Dax J dall’altra in chiusura è impossibile spegnersi del tutto, e si continua imperterriti fino alle 7:00, usando ogni briciolo di energia rimasta nelle vene.
Dax J
· Fase 6 – Verso la fine
Dax J ha appena finito di sparare la sua mitragliatrice sulla folla così, zoppicanti ma estasiati, ci dirigiamo verso l’uscita.
Recuperiamo i nostri averi dagli armadietti, dove un branco di gente diversamente sobria sta tentando faticosamente di azzeccare quella dannata combinazione numerica (n.d.r. noi compresi), e decidiamo di andare direttamente in aeroporto, convinti di poter dormire 4 lunghe ore sugli affascinanti divanetti dell’area relax prima di imbarcarci per Bologna.
Idea davvero brillante.
Se soltanto l’accesso all’area di imbarco non fosse negata fino ad un paio d’ore prima del volo, cioè intorno alle 10:00.
Costretti nell’area dei check-in, distrutti dalla vita e abbattuti da questa mossa assai poco giudiziosa, ci accampiamo alla buona sulle sedie più scomode dell’intera galassia nell’area più gelida dell’intero universo.
Il tutto dopo esserci sfamati all’unico bar dell’aeroporto presente prima dei controlli: due bottigliette d’acqua e una brioche 9€. Per un pranzo mi pare di aver letto che offrono il pagamento a rate.
Quello che non ti aspetti – pt. 1
Suddetto calvario aeroportuale fu evitato dallo stoico Fabio. Voi penserete si tratti di uno dei nostri, ma vi sbagliate di grosso. E tanto meno si tratta di un Fabio qualunque.
Il mitico Fabio è un simpatico (neanche poi così tanto in realtà) e tarchiato 50enne (o 40 portati male) barese, trapiantato a Rimini, dalla dubbia personalità e dalla dubbia professione… che, lasciati a casa moglie e figli, è venuto da solo a Eindhoven sfornito di biglietto, speranzoso di trovare un bagarino all’entrata.
Arrivato sul nostro stesso Boeing, l’abbiamo incontrato per la prima volta sull’autobus dall’aeroporto al centro di Eindhoven.
La prima, di una lunga serie di volte.
- E’ spuntato in fila dietro di noi al McDonald’s
- Si è materializzato di fianco a noi al Pink Coffeeshop
- Dopo nemmeno mezz’ora dentro al festival è apparso con un disinvolto e confidenziale “eccovi vi ho trovati”
- Ed infine, come era ormai prevedibile, ce lo siamo ritrovato in aeroporto in attesa al gate
Chi tra noi e lui fosse più sconvolto è una gara dura.
Mi sento però in dovere di spezzare una lancia a suo favore, che da esperto raver scelse sapientemente di stare sull’autobus 400 per circa 3 ore, percorrendo la tratta Eindhoven-Aeroporto/Aeroporto-Eindhoven dalla chiusura del festival fino alle 10:30.
Non saprei giudicare la comodità, ma sicuramente era stato più al caldo di noi.
Quello che non ti aspetti – pt. 2
Ahimè incapace di dormire durante l’interminabile attesa cerco di ignorare il povero Fabio e ripenso ai momenti più emozionanti del festival ed è lì che riaffiorano ricordi di un paio di dettagli insoliti che, nonostante di festival ne abbia visti tanti, mi hanno lasciata a bocca aperta.
Area massaggi – per 25€ potevi stenderti su un comodo (?) lettino e farti decontratturare la schiena dalle mani esperte di un piccolo battaglione di massaggiatrici, le quali hanno lavorato ininterrottamente coi tappi nelle orecchie fino alle 7:00 del mattino, di fianco a un cimitero di bicchieri vuoti e centinaia di soldatini che marciavano a tempo di musica.
Carretto dei gelati – noterete in qualche video l’enorme sagoma di una forma fallica che sovrasta la folla danzante di vandali (Anastasio li vede al rallenty). Beh, non si tratta di una stazione di vendita di preservativi, bensì un banchetto dei gelati. Ho visto vendere molte cose ai festival… ma i gelati ancora no.
Si torna a casa
Per grazia divina apre il gate e Marlena può finalmente tornare a casa.
Ciò che era sembrata un’impresa storica era ormai diventata una maratona della speranza, dove sognavamo tutti un solo ed agognato traguardo: una doccia e un letto (possibilmente in quest’ordine).
Beh, cari lettori, per “la madre di tutti i party” ne è davvero valsa la pena, anche se il mio consiglio per la vostra prossima trasferta è “prendetevi quel benedetto lunedì libero e cercate un posto con il late check out“, anche se così non avrete una storia altrettanto entusiasmante da raccontare alla nonna Gina 😏.

Si ringrazia per la partecipazione lo squadrone Awakenings Eindhoven 2019 – Pale Yifan Gio Griffo Jess
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